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PARADISE is a state of mind

paradise

 

un evento esclusivo ideato e curato da Grazia De Palma
contro lo spreco alimentare e dedicato ad una possibile idea di Paradiso.
 
 

Il tipo di spreco più pericoloso è quello che non siamo in grado di riconoscere. Spesso nel nostro mondo la regola di base non è quella di preservare e rispettare ma di consumare e sprecare, tutto. Anche ciò che amiamo di più.
 
Dove vanno i prodotti invenduti o invendibili?
Cosa vuol dire “cibo in scadenza? Si può mangiare o fa male?
Esiste una gestione intelligente del cibo?
Si può trasformare lo spreco in risorsa?
 
Anche la vita è un continuo spreco. Quante belle persone si incontrano senza che ce se ne accorga e quante belle cose non si notano sulla via che uno fa ogni giorno, tornando a casa! Come sempre occorre l’occasione giusta, occorre qualcuno che ti fermi e che ti faccia prestare attenzione a questo o a quello.
 
PARADISE è una riflessione sul cibo che mangiamo, in un tempo sospeso, una sosta in Paradiso in cui tutto può essere ed accadere e la posta in gioco è la “gioia da vivere”, qui ed ora.
L’arte contemporanea può sensibilizzare il nostro entourage? Noi pensiamo di sì e proviamo a dimostrarlo con PARADISE, una festa esclusiva delle ARTI CONTEMPORANEE.
 
 
Programma
 
GIOVEDI 29 SETTEMBRE  inaugurazione ore 19.30 > 24.00
Galleria BLUorG culturecontemporanee, via Marcello Celentano, 92/94, Bari
dal 29 settembre al 21 ottobre
 
La mostra terminerà il 21 ottobre.
 
 
PARADISE LIMITED EDITION
 Il giardino delle torri mostra d’arte contemporanea con la partecipazione di 50 artisti pugliesi.
Beppe Sylos Labini, Angelo Bianco, Roberto Martino, Elisa Laraia, Monica Palumbo, Carmen Laurino, Studio L’ile, Giovanni Lamorgese, Gianmaria Giannetti, Pierpaolo Miccolis, Alessandro Passaro, Bernardo Bruno, Ezia Mitolo, Monica Casalino, Fabio Adamo, Nunzio Fucci, Maria  Vittoria Doronzo,  Davide Mangione, Alessandro Fusco , Marcello Moscara, Roberto Sibilano, Melania Bologna, Gianni De Serio, Mariangela Cassano, Guillermina De Gennaro, Mariantonietta Bagliato, Rosemarie Sansonetti, Daniela Chionna, Francesco Granito, Antonio Rizzo, Costantino Ragusa, Francesco Cantatore, Mauro Altamura, Giampiero Milella, Pierluca Cetera, Francesco Cantatore, Michele Amato, Antonia Bufi, Lisa Cutrino, Lorenzo Galuppo, Alessandro Suzzi, Ornella De Carlo, Alesio  Topputi, Marialuisa Pastore, Francesco Tolomeo, Massimo Nardi, Giorgio Skoff, Maria Grazia Carriero, Arianna Spizzico, Angela Consoli.
 
PARADISE MOVIE : “TERRAE”
di Gianni De Serio, un video racconto vicino al cielo. Un installazione visionaria immerge lo sguardo del visitatore in un caleidoscopio di immagini del pianeta terra e della natura, in tutte le sue stagioni e le sue sinfonie.
 
 
Paradise "Le botti d'arte" live painting realizzato dagli artisti Vale Loriz e Carla Indipendente su botti in rovere firmate cantina Ognissole.
 
 
 
VENERDI 30 SETTEMBRE ore 19.30 > 24.00
SPOPS ristorante bar fruttivendolo, via Melo da Bari, 45/47/49, Bari

 
19.30 - 23.00 Paradise "Le botti d'arte" live painting realizzato da Biagio Leti, Lui Gig, Save The Cat, Nico Skolp, su botti in rovere firmate cantina Ognissole.
 
 
21.00 PARADISE SPOPS :  LA MENSA DEI POPOLI
H21 Performance culinaria con 21 persone a tavola feat “Q.B." (azione reazione del qui non si spreca nulla si butta tutto)- a cura di GDP, con la regia musicale della dj olandese Anouk van der Zebra e la stravagante dancefloor elettronica Driving to Heaven.
 
 
23.30 PARADISE : EDEN FOUND
dalla deep alla techno: dj set Kristiana
 
 
 

La mostra d’arte contemporanea “Il giardino delle Torri” sarà visitabile successivamente dal 12 novembre al 1 dicembre presso la galleria Momart di Matera (www.momartgallery.it)
 
 
Info e prenotazioni: 3475317695  - 080 990 4379 - 080 523 7208

 

 

paradise

NATURA*NATURANS

equilibri di altra natura
Grazia-De-Palma NATURA*NATURANS  equilibri di altra natura
In una società in cui l’uomo riprende a curare il proprio alimentarsi con un criterio, con un senso che non vada solo verso il riempimento o allo stereotipo del cibarsi in modo meccanico, ma si avvia verso una riscoperta di quella che è l’alimentazione consapevole, immagino un gioco di forme paragonabili alla danza e alla musica che con millimetrica proporzione e stili diversi spazia dalle proprie emozioni ai sentieri più intimi della calligrafia del wall painting. L’antidoto al degrado degli spazi urbani e il trash fotonico del junk food si contrappone ad una cifra stilistica molto poetica ed onirica, che ci mette in pace anche con la forma e la sostanza del nuovo cibo.

Natura naturans nasce dalla voglia di sentirsi a casa, di mangiare sano, di essere a contatto con la natura.La chiave di lettura di questo incipit riporta la sensibilità umana al concetto spinoziano di rendere l'azione tipica della natura, ovvero il produrre della natura la sua stessa realtà. Una natura che non rinuncia alla morbida fragilità dei propri frutti, ma sollecita i sensi alla chiara visione di uno stato naturale di grazia in cui l’opera d’arte è parte integrante di un progetto unico: un fruttivendolo, un ristorante ed un progetto artistico site specific. Dal figurativismo realista e surrealista al lettering più geometrico e ricercato, sei leggende urbane, sei precisi codici stilistici differenti, che non appartengono soltanto alla strada ma al panorama nazionale ed internazionale dell’arte contemporanea sono chiamati a dialogare all’interno di un luogo frequentato quotidianamente dalla gente. Con la direzione artistica del critico d’arte Grazia De Palma, i progetti wall paintings di Alessandro Passaro, Gianmaria Giannetti, G.Loois, Joys, Lucamaleonte e Tellas, regalano al visitatore della mostra permanente un equilibrio di forme e di colori che, pur mantenendo una propria autenticità per nulla decorativa, conducono il proprio discorso e linguaggio multiforme nei mille ingredienti della forza generatrice che rende la natura artistica quasi perfetta. Natura naturans, la natura è il punto di partenza e il punto di arrivo, una concezione panteistica in cui la natura è divina come l’opera d’arte, perché pensata per il bello in un divenire dinamico e libero in cui nulla è contingente o casuale.

 

OH! White/Dark Room

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"OH!" white/dark room

a night with Grazia de Palma

Omaggio a Marina Abramovich - una cena stravagante ... fuori dal tuo "controllo"

Quali sono i desideri inconfessabili delle coppie? Quando vi attrae qualcuno che non conoscete date liquida esplosione ai vostri istinti? Cosa desiderate? Cosa temete? Sapete usare la vostra emotività? 

Liberamente ispirata al romanzo erotico “HISTOIRE D’O” e alla performance RHYTHM O di Marina Abramovic, “Le Dernier Restaurant”, l’osservatorio del cibo contemporaneo della chef-curatrice Grazia De Palma, in collaborazione sinestetica con Titti Mastrogiacomo, diventa un’esecuzione cromo sensoriale alla scoperta del CONTROLLO e della SEDUZIONE.
Che cos’è “OH”?
E’ una notte all’insegna di una cena e di una performance dal tocco sensuale ed imprevedibile.
I sapori afrodisiaci e mediterranei del menu ci conducono in una location esclusiva : il Divinae Follie, la location notturna  più chic della provincia di Bari (Bisceglie), con i suggestivi specchi d’acqua dalle luci cangianti, le sedute lounge, i gazebi ed la TAVOLA ESPERIENZIALE sarà il palcoscenico di un’incredibile mix di emozioni, colori e musica per una serata all’insegna dell’eleganza e del divertimento.

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Il curatore diventa specchio emotivo per coloro che mangiano e per quelli che guardano soltanto. 
Due formule di cena differenti: la cena esperienziale per (massimo) venti commensali diretti PROTAGONISTI della performance, e la cromo-cena a buffet tra le sedute lounge e i divani a bordo piscina, con possibilità di GUARDARE da vicino, cosa accade alla tavola esperienziale. 
Per chi non volesse cenare ma soltanto…”osservare” la cena performativa è possibile partecipare come semplici “Voyeur”… in libertà.
Sulla tavola esperienziale saranno disposti 72 oggetti di piacere, di dolore e di fastidio.

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La curatrice Grazia De Palma, in collaborazione con Giacomo  Genchi, Giuseppe Volpe, Federica Verdegiglio, e Alessandra Disca,  li utilizzerà a sua discrezione, sui commensali seduti, che durante la cena, offriranno il proprio tempo da trasformare in “esperienza”. L’azione performativa non avrà regole e l’utilizzo degli oggetti sarà fuori dal controllo dei commensali stessi, ma nel massimo rispetto di ciascuna persona. I commensali saranno fotografati al fine di produrre materiale didattico documentativo dell’azione realizzata durante la serata. 

Chi deciderà di prenotare avrà, su richiesta privata,  una lista sommaria degli oggetti che verranno allestiti sulla tavola.
La tavola esperienziale sarà dunque un’arena VIVENTE ed imprevedibile dove si animerà e si svilupperà l’intera performance in cui lo spettatore-attore si offrirà pubblicamente e senza controllo, al triangolo erotico dello spettatore che guarda, e della curatrice che esplora attraverso “oggetti di DESIDERIO” i labirinti dei piaceri, delle paure, e delle emozioni nascoste più “intime”.

Durante la cena e l’azione performativa verrà proiettato su di un maxi schermo un documentario d’autore. 

Come nelle intense sperimentazioni di Marina Abramovic, OH  è la messa in scena di ciò che può essere definita una "consumazione postmoderna", ovvero un tentativo non pornografico ma esistenziale, che mira  a destrutturare i confini personali e societari tramite il sacrificio fisico come forma rituale di purificazione. Piacere e dolore esplodono in tutta la loro pienezza e sono dimensioni incandescenti dell’identità umana, che attraverso una “pubblica offerta” approdano ad una guarigione collettiva. 
Questo tipo di “teatro” è una confessione, quasi un approccio anatomico del linguaggio del corpo, che spesso non vogliamo vedere e desideriamo  disperatamente “controllare”. L'esigenza di controllare le situazioni e le emozioni è la più grande forma di paura. Non puoi controllare tutto. Immagina di essere un surfista: è un'ottima idea quella di prepararti tecnicamente a cavalcare le onde, ma non riuscirai mai a controllare le onde stesse.
“Oh” white/dark room, come nelle migliori favole fetish, una stanza bianca diventa una stanza nera…e poi torna ad essere bianca, forse…di nuovo nera. Cosa accadrà? Un sottile gioco di fiducia è messo in scena durante questo convivio sensoriale alla ricerca di una libertà perduta o di un senso di liberazione da ogni restrizione quotidiana. 
Gioco o realtà? Essere a disposizione di qualcuno è una grande forma d’amore anche perché l’esperienza trasforma la vita in verità. Siete capaci di farlo?

La cena inizierà alle ore 21.30

I commensali del tavolo esperienziale dovranno arrivare un po’ in anticipo.

Dress code: gradito abito elegante, preferibilmente lungo per Lei.

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L’esperienza sensoriale è suddivisa in tre formule differenti con drink e disco

Tavola esperienziale  (cena seduti a tavola): 50 euro

Sedute lounge (divani e gazebi con buffet): 25 euro

Voyer(only drink, in libertà, tra i divani, i gazebi e la tavola esperienziale): 15euro

I vostri sensi sono invitati a partecipare all’evento

prenotando al numero 080-3986050

www.divinefollie.com -  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.ledernierestaurant.com

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Fatamorgana

15 Dicembre 2012 – 15 gennaio 2013

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THE OVAL DINNER 

(opera visionaria altruista)

LOVE-FOOD di Grazia De Palma & Le Dernier Restaurant

Nell'ossessione dell'oasi, l'uomo assetato immagina l'acqua, le palme e l'ombra non perché ce ne siano oggettivi indizi, ma perché ne ha pressante necessità. Per chi si trova sperduto in un deserto, un miraggio è pur sempre un punto di riferimento ed essendo il cibo la forma più primitiva di conforto, la curatrice e chakra chef Grazia De Palma lo presenta a tavola come un atto di fede “circolare” nella performance THE OVAL DINNER. Grazie all’aiuto di una banda di biscotti e della Fata dell’Amore, l’osservatorio del cibo contemporaneo www.ledernierestaurant.com di Grazia promette una sequenza di piccole delicatessen per il cuore. SCOIATTOLI agli agrumi e zenzero, RENNE con pomodori secchi e capperi, LUMACHE con anice e uvetta, RICCI alla barbabietola e gocce di cioccolato. Al buio, in silenzio, come se fosse un “miraggio” e nel con-tatto amorevole di una carezza o di un abbraccio, “THE OVAL DINNER” è un cammino minimale tra gli sguardi e le visioni incrociate dei visitatori fino al focolare ormai spento di un camino. Sorsi d’acqua con bollicine d’altri tempi per soddisfare la sete…ma cosa ti piacerebbe mangiare stasera? Aria di casa mia o Aria di..casa tua? Nella strada labirintica dei sentimenti, l’offerta di un cibo “quasi nascosto” riconcilia tutti a quel senso di sicurezza e di “calore” che il cibo stesso vorrebbe testimoniare sia come azione di “sopravvivenza” che di rappresentazione autonoma del proprio palato nel rivelare attraverso curiose forme e sapori la consapevolezza "gustativa" che ognuno ha del proprio cuore.

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FATAMORGANA è un progetto itinerante di ricognizione intorno alla videoarte internazionale ideato e prodotto dal collettivo Like A Little Disaster (www.likealittledisaster.com). Il progetto individua, riattiva e occupa spazi architettonici – senza alcuna preclusione o categoria che chiude ed esclude – convertendoli temporaneamente in dispositivi di trasmissione di pensiero, in alloggi provvisori di miraggi. Muovendo dalla duplice idea che sia l’arte a “fare” il luogo e non il contrario e che l’esperienza artistica possa offrire modello di dialogo alternativo con la complessità del reale.
Si raddrizzò e con lui si raddrizzarono anche le sue immagini.
Abbassò lo sguardo sul suo corpo e lo confrontò col corpo delle sue immagini,
e le immagini abbassarono lo sguardo sul loro corpo e lo confrontarono col suo,
e mentre osservava se stesso e le sue immagini,
constatò d’essere fatto come le sue immagini:
Ritenne di essere una creatura fra molte creature uguali.
(F. Dürrenmatt, Minotauro. Una ballata)

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FATAMORGANA#1 a cura di Giuseppe Pinto prevede il coinvolgimento di nove artisti provenienti dall’area nordeuropea; Norvegia, Islanda, Svezia, Finlandia, Danimarca, suddivisi in due capitoli.
Capitolo I
Knut Åsdam
Søren Thilo Funder
Sigurdur Gudjonson
Hannu Karjalainen
Nina Lassila
Trine Lise Nedreaas
Sini Pelkki
Capitolo II (dal 16 Febbraio 2013)
Jenny Åkerlund
Anna Wignell
Le opere selezionate, in stretta collaborazione con gli autori, conducono il visitatore in un percorso che va dalla identificazione oggettiva degli “accadimenti” alla graduale perdita di questa certezza visiva, fino a raggiungere l’annullamento del reale.
I lavori di Knut Åsdam, Nina Lassila, Trine Lise Nedreaas instaurano un dialogo che pone il corpo umano come elemento visivo totalizzante, disponendo di un attitudine concettuale che oscilla dalla concentrazione estrema dell’azione alla deliberata perdita di controllo. Con un’attenzione poetica e allo stesso tempo ontologica e attraverso dinamiche fortemente performative generano un gioco di specchi e riflessi, di continui sguardi e “visioni” incrociate tra soggetto rappresentato e osservatore.
Nelle opere di Sigurdur Gudjonson, Hannu Karjalainen e Sini Pelkki l’impianto del riconoscimento di se stessi in quanto corpo umano de-finito inizia a perdere i suoi netti contorni, si sfuma sino a mostrarne una forma meno determinata e netta. La resa indefinita della figura nello spazio, costringe l’osservatore a variare continuamente il suo punto focale, per catturare il visivo in una dimensione che non ha mai il centro della messa a fuoco visiva. E ancora una volta guardiamo e siamo visti, nell’opera Blink di Søren Thilo Funder in cui l’artista rimane per 52 minuti senza mai chiudere gli occhi.
Con gli interventi site specific delle artiste svedesi Jenny Åkerlund e Anna Wignell, ci s’inoltra in un territorio decisamente diverso; freddo, astratto e minimale.
Se l’esperienza sensoriale è stata fin qui dominata dalla visione del corpo umano per poi perderne i lineamenti, si raggiunge ora il livello zero del visivo, il visitatore si ritrova in uno spazio che non dichiara alcuna volontà rappresentativa e nella ricerca del senso nascosto di un situazione così ermetica ritroverà il proprio corpo come l’elemento generativo e dell’esperienza visiva.
I lavori in mostra non percorrono strade dritte e già collaudate, ma strade secondarie che forse non porteranno sempre in luoghi lontani ma spostano il nostro punto di vista, permettendoci di considerare altre possibilità. Un campo aperto a poetiche assolutamente distinte entro cui possa realizzarsi il desiderio di scambiare esperienze, idee, riflessioni, e anche di provocarle.
Ci piacerebbe che il labirintico percorso dell’arte fosse vissuto non come una storia compiuta ma come un processo definito in termini di relazione tra soggetti, forme, idee, spazi diversi, assomigliando più ad un centro di sperimentazione che ad un cumulo di certezze.
Nel suo complesso l’azione di FATAMORGANA tenta di focalizzare l’attenzione sul continuo tentativo degli artisti di costruire mondi estetici personali, di stabilire necessità formali proprie, di fabbricarsi una nuova realtà. Gli artisti stabiliscono il senso e l’utilità della propria ragion d’essere e la sopravvivenza del gesto artistico in un mondo dominato dai mass-social media nel quale la realtà pare non manifestarsi fuori dalla rappresentazione.
Ci interessano le idee che appaiono come un ammasso di resti e sedimentazioni, frammenti, sbozzi e tentativi, le opere che permettono allo spettatore di ricreare la propria esperienza umana ed estetica, gli artisti capaci di rinnovare la facoltà d’immaginare diversi modi di abitare il mondo e di innestare sensi.
Tali premesse ravvisano anche un approccio che respinge la logica di una visione distratta, superficiale. Al visitatore è invece affidato un ruolo fondante. FATAMORGANA prende le mosse da una forma urgente e diretta di indagine e ricerca composta da un’incompiutezza concettuale intenzionale che contemporaneamente nasconde e mostra le sue stesse premesse, in un momento in cui tutto sembra dover essere semplicemente chiaro, visibile, spettacolare, quantificabile e condivisibile, FATAMORGANA lascia irrisolti alcuni punti, tentando la via di una trama dialettica che possa consentire esperienze soggettive differenti elaborate individualmente. In questo contesto aporetico i visitatori possiedono assoluta libertà di azione, non importa quanto l’esperienza possa essere disorientante e alienante.

Eventi

Indonesian Robot Army - Sulawesi I.T Security

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